Il Libertarismo in “pillole”

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“Sinistra Libertaria” ha, come proprio elemento “identitario” il riconoscimento pieno delle libertà agli individui, in sostanza di ognuno dei “diritti umani” unanimemente riconosciuti. Ciò però:

  • non come “concessione” da parte dello stato,
  • bensì come “diritto naturale” di ciascuno.

Più in particolare il “libertario” sostiene quella filosofia politica che propone la libertà come il più alto fine politico. Essa è intesa come difesa dei diritti dell’individuo :

  • di pensiero,
  • di coscienza,
  • di riunione,
  • di associazione,
  • d’espressione e diffusione del proprio pensiero,
  • di partecipazione concreta e attiva alla vita politica,
  • di circolazione.

L’obiettivo della teoria anarchica è la nascita di una società di uomini e donne liberi e uguali dal punto di vista dei diritti. Libertà ed eguaglianza dei diritti sono i due concetti chiave attorno ai quali si articolano tutti i progetti libertari.

I libertari, in genere, vedono lo stato come la principale minaccia alla libertà. Per questo propugnano l’abolizione dello Stato e di tutte le autorità gerarchiche.

Il termine libertario è in diretta contrapposizione al termine liberale; è ed è stato storicamente, fin dalle sue origini ottocentesche, nell’uso politico, spesso un sinonimo di anarchismo.

William Godwin ha esposto la tesi “libertaria” già nel 1793, molto prima che lo scrittore francese Joseph Déjacque nel 1857 impiegasse il nome “Le Libertaire” per il proprio giornale.

Successivamente si svilupparono due correnti libertarie, l’una di sinistra e l’altra di destra: il “libertario”, infatti, si divide sulle questioni economiche.

Il libertarismo di destra: libero mercato senza controllo stato

Quello “di destra”, influenzato dal pensiero liberale classico, sostiene:

  • il capitalismo e il libero mercato;
  • la deregolamentazione del mercato ( laissez-faire )[1].

Esistono nel mondo, e anche in Italia, esempi di tale pensiero. Ad esempio nel Movimento Libertario ( anche se loro si dichiarano “ne di destra, né di sinistra” ).

Il libertarismo di sinistra: abrogazione capitalismo e del denaro

Al contrario, dal punto di vista economico, il socialismo libertario ( “di sinistra” ) ha come obiettivo la creazione di una società priva di burocrazia, non gerarchica. In particolare, sostiene:

  • l’abrogazione del capitalismo e del libero mercato;
  • l’abrogazione della proprietà dei mezzi di produzione, tanto da parte privata quanto da dello stato;
  • l’autogestione dell’economia, il mutualismo, il collettivismo ( associazione volontaria );
  • la proprietà pubblica dei terreni e quindi il pagamento di una tassazione a favore della collettività da parte di chi li usa ( “georgismo” ).

Nella tendenza anarco-comunista, predica infine anche:

  • l’abolizione del lavoro salariato;
  • sostiene la necessità dell’abolizione del denaro da sostituire con un’economia della comunione e del dono,
  • la democrazia diretta e il municipalismo libertario ( le assemblee cittadine ).

Fonti e Note:

[1] Rispetto ai liberali, tuttavia, i “libertari di destra” ( anarco-capitalisti o anarchismo egoista) enfatizzano la natura autoregolante del mercato ( economia del “laissez-faire” ) mentre propugnano l’abolizione dell’intervento di ogni potere e funzione statale, e superflui ed improduttivi i tentativi di ridistribuire la ricchezza.

I “semplici” liberali, invece, non mostrano ostilità verso lo Stato, e sono favorevoli alle banche centrali e alle politiche monetariste.

Una via di mezzo tra “liberali” e “libertari di destra” sono i “miniarchisti” che credono invece che sia necessario uno Stato minimo, spesso indicato come un “guardiano notturno”, per fornire ai suoi cittadini tribunali, forze armate e forze di polizia.

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