Il miglior governo è quello che governa di meno

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Un « governo non può sussistere se non sulla fiducia, come d’altro canto la fiducia non può esistere senza l’ignoranza. I veri sostenitori del governo sono i deboli e i disinformati, non i saggi. Le basi del governo si sgretoleranno quindi di pari passo con il regredire della debolezza e dell’ignoranza ».

William Godwin è duro contro la cessione di sovranità dell’uomo ad un altro uomo.

Nella sua opera “l’eutanasia dello stato”, Godwin sostiene come invece « bisogna desiderare ardentemente che ogni uomo sia abbastanza saggio da autogovernarsi senza la presenza di una qualche costrizione ».

Godwin: La concentrazione del potere nelle mani del governo comporta oppressione e guerre

Godwin non è un anarchico, ben inteso. Ma un “miniarchista” ovvero di uno stato minimalista.

« La società è prodotta dai nostri bisogni, e il governo dalla nostra malvagità. La società è in ogni caso una benedizione; il governo, anche al suo meglio, non è che un male necessario. Poiché il governo, anche al suo meglio, è un male, – spiega – l’obiettivo principale cui mirare è di averne tanto poco quanto ci permetterà la pace generale della società umana ».

In sostanza, il governo migliore è quello che legifera di meno!

Infatti, aggiunge Godwin, « il governo è stato concepito per eliminare l’ingiustizia, ma offre nuove tentazioni e occasioni di commetterla. Concentrando la forza della comunità, dà modo di svilupparsi a progetti sfrenati e disastrosi, a oppressione, dispotismo, guerre e conquiste ».

Godwin: il governo è conservatore, contro ogni progresso

Che un governo possa fare il bene per le masse non è credibile, secondo William Godwin: « in ogni Paese i ricchi sono direttamente o indirettamente i legislatori dello Stato; e di conseguenza riducono costantemente l’oppressione a sistema ».

Di conseguenza, « la massa dell’umanità diviene spesso il fantoccio nelle mani di furfanti »!

Solo l’individuo può far progredire l’umanità, in sostanza. Godwin lo spiega così: « ci suggeriscono di andare alla ricerca del benessere pubblico non con il cambiamento e il miglioramento, ma con il timoroso rispetto per le decisioni dei nostri antenati, come se la natura della mente umana fosse sempre quella di degenerare, e mai quella di avanzare ».

Fonti e Note:

[1] “L’eutanasia dello Stato” di William Godwin, Peter Marshall, Pietro Adamo.

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