Godwin: maggioranza non sottometta minoranza

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Al Voto! Invitano da più parti. Né dell’utilità del voto, né tanto meno del parlamentarismo, è convinto William Godwin pensatore libertario vissuto a cavallo del XIII e XIX secolo.

« Osservate il processo di una elezione popolare, dove la grande massa viene comprata con l’ossequiosità, l’intemperanza e le bustarelle, oppure viene indirizzata con inumane minacce di povertà e persecuzione », suggerisce amaramente Godwin.

Quando William Godwin scriveva i testi poi riportati in “L’eutanasia di uno stato”, non vi erano ancora media come la tivù. Oggi egli sicuramente stigmatizzerebbe il potere di “indirizzare” il voto, ovvero di manipolare la mente dell’elettore, rappresentato dai media:

  • giornali e tivù enfatizzano “pericoli” a destra,
  • voti “utili”,
  • e, soprattutto, danno spazio in maniera sproporzionata ai personaggi politici.

La manipolazione del voto tramite ripetizione

Mediamonitor.it, ad esempio, rivela che « per quanto riguarda le citazioni dei leader di partito su radio e tv, si registra

  • in testa Giorgia Meloni (577 citazioni),
  • seguita da Enrico Letta (536),
  • e Carlo Calenda (336) che fa da terzo incomodo,
  • tenendo a bada Matteo Salvini (308), Silvio Berlusconi (240) e il compagno di coalizione Matteo Renzi (167).
  • Giuseppe Conte è 7° (115 menzioni),
  • più distaccati Luigi Di Maio (50), Gianluigi Paragone (26), Luigi De Magistris (25), Emma Bonino (24), Nicola Fratoianni (12), e, fanalino di coda al 13° posto, Angelo Bonelli (4) » [2].

L’istituto rileva come il numero di apparizione sui media grosso modo « rispecchia quanto registrano i sondaggi politici di questo periodo ».

In altre parole, il voto, con il sistema della ripetizione delle citazioni ( ovvero delle mancate citazioni ), è manipolato.

Godwin: incivile la sottomissione forzata della minoranza

A questo punto, forse, non appare illogica l’affermazione di Godwin: « il voto è un modo di decidere ancora più criticabile dell’estrazione a sorte ».

D’altro canto, per Godwin, « la rappresentanza, allontana ancora di più i poteri di fare i regolamenti dal popolo, il cui unico destino è di obbedire ».

« Il governo rappresentativo è necessariamente imperfetto », aggiunge.

Il filosofo inglese conclude l’argomento del parlamentarismo sostenendo come « c’è da rammaricarsi che, in base alla nozione astratta di società civile, una maggioranza debba schiacciare una minoranza e che la minoranza, dopo essersi opposta e aver protestato, debba essere praticamente obbligata a sottomettersi alla cosa contro cui aveva protestato ».

Una considerazione, quest’ultima, che ci appare fondamentale.

Fonti e Note:

[1] “L’eutanasia dello Stato” di William Godwin, Peter Marshall, Pietro Adamo.

[2] ItacaNotizie, 11 settembre 2022, “Elezioni, su radio e tv se ne parla ogni 2 minuti”. Da lunedì 8 agosto a mercoledì 7 settembre.

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