Trotsky, come fermare disoccupazione e carovita

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« Due [sono i] mali economici fondamentali: (…) la disoccupazione e il carovita ».

Oggi, come allora, quando Leon Trotsky scriveva il “programma di transizione” [1] del partito bolscevico, la condizione dei lavoratori nella società capitalista e liberista è sempre la stessa.

« Le masse – ammetteva – continuano a vivere la grigia vita quotidiana degli oppressi che, ora più che mai, sono minacciati dal pericolo di precipitare nellabisso della miseria ».

Parole attualissime quindi, quelle dell’ideologo bolscevico.

La prospettiva del “programma transitorio”, da lui elaborato nel 1938, si mostra ancora come soluzione ad entrambi i problemi.

Le tre rivendicazioni di Trotsky: taglio orario, salario minimo, “scala mobile”

« Il lavoro che c’è – spiegava – deve essere suddiviso tra tutti gli operai e su questa base sarà definita la durata della settimana lavorativa. Il salario di ogni operaio deve restare lo stesso della vecchia settimana lavorativa ».

Inoltre, « i salari, con un minimo rigorosamente garantito, dovranno seguire il movimento dei prezzi ».

In definitiva, reclamava:

  • la “scala mobile” ovvero l’adeguamento automatico dei salari all’inflazione, che, istituito nel 1945 venne parzialmente tagliata dal governo Craxi nel 1984 e abolita dal governo Amato nel 1992 [2].

Tutte rivendicazioni che, oggi, risultano essere il programma del Partito Comunista dei Lavoratori che, tra i pochi, si batte tra l’altro proprio per la « reintroduzione della scala mobile dei salari ».

Trotsky: le rivendicazioni operaie vincono con le lotte

Trotsky qui era chiaro e categorico: « nessun altro programma può essere accettato ».

Il leader bolscevico metteva le “mani avanti”: « i proprietari e i loro avvocati dimostreranno che queste rivendicazioni sono “irrealizzabili”. I capitalisti minori, soprattutto coloro che stanno andando alla rovina, invocheranno i loro bilanci ».

Ma, secondo Trotsky, « gli operai dovranno respingere categoricamente questi argomenti e questi riferimenti ». Ciò perché « non si tratta di uno scontro “normale” tra opposti interessi materiali. Si tratta di difendere il proletariato dalla decadenza, dalla demoralizzazione e dalla rovina ».

« La “possibilità” o l’ “impossibilità” di soddisfare queste rivendicazioni è, nel caso concreto, una questione di rapporti di forza che può essere risolta solo con la lotta », concludeva Trotsky.

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Fonti e note:

[1] Marxists, Leon Trotsky, “L’agonia del capitalismo e i compiti della IV Internazionale – Programma di transizione” (1938).

[2] Il Messaggero, 1 giugno 2022, “Inflazione torna l’idea della scala mobile: ecco cos’era, perché faceva crescere i prezzi e come venne abolita”. https://www.ilmessaggero.it/economia/news/inflazione_salari_scala_mobile_cosa_e_perche_alza_prezzi_abolita-6726716.html

« Contro questo “taglio” si mobilitò il mondo operaio con scioperi in piazza e un referendum indotto dal Partito Comunista di cui era Segretario Enrico Berlinguer. Il referendum abrogativo contro il “decreto di San Valentino” si tenne il 9 e il 10 giugno 1985 (un anno dopo la morte del leader comunista) ma gli italiani votarono per il no all’abrogazione: con un’affluenza alle urne del 77,9% degli aventi diritto, il risultato fu di 45,7% SÌ all’abrogazione della norma e 54,3% NO all’abrogazione della norma, dunque la scala mobile rimase decurtata di tre punti percentuali ».

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Una risposta

  1. 9 Gennaio 2023

    […] da un significativo taglio dell’orario di lavoro e dalla previsione di un salario orario minimo ( Trotsky insegna ) ma che preveda anche la formazione e ricollocazione dei lavoratori, nonché la previsione di un […]

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