Simone Weil: La democrazia non è il fine ma il mezzo

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« La democrazia, il potere della maggioranza, non sono un bene. Sono mezzi in vista del bene, stimati efficaci a ragione o torto ». Questa profonda riflessione è di Simone Weil ( comunista rivoluzionaria francese, 1909-1943 ) [1].

Che poi precisa: « agli occhi di Rousseau, un volere ingiusto, comune a tutta la nazione, non era in alcun modo superiore al volere ingiusto di un singolo uomo ». In altre parole: « solo ciò che è giusto è legittimo ».

E ancora: « il vero spirito del 1789 [2] consiste nel pensare non che una cosa sia giusta perché il popolo la vuole, ma che, a determinate condizioni, il volere del popolo abbia maggiori possibilità di qualsiasi altro volere di essere conforme alla giustizia ».

Le condizioni cui qui accenna Simone Weil sono esplicitate subito dopo. Sono essenzialmente due.

  • 1) non deve essere presente « alcuna specie di passione collettiva ».

Il soggetto, vale a dire, come spiega la Treccani [3], deve essere libero, non « sottoposto a un’azione o impressione esterna », in altre parole, non manipolato da terzi; in sostanza, « nel giudicare non deve cedere a parzialità e simpatie », non deve essere privo di « obiettività ».

« La passione collettiva è un impulso al crimine e alla menzogna », spiega la rivoluzionaria francese.

  • 2) « il popolo deve essere chiamato a esprimere il proprio volere riguardo ai problemi della vita pubblica, e non solamente a operare una scelta di persone ».

Condizione che s’avvera con una forma di “democrazia diretta”, o di frequenti “referendum” sulle scelte centrali della politica che però non si riducano a forme abrogative o a scelte di un “si” o un “no” rispetto a una proposta già impacchettata dal governo o dalle “opposizioni”.

Se, come è oggi, queste due condizioni preliminari non sono rispettate, la “sovranità” non appartiene al popolo e, quindi, in sostanza, non siamo in una “democrazia”, e « in nulla che vi assomigli, neppure da lontano ».

Fonti e Note:

[1] “Manifesto per la soppressione dei partiti politici”, Simone Weil (1940, pubblicato postumo nel 1950).

[2] Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi assalta la Bastiglia.

E’ l’immagine simbolo della rivoluzione francese, spartiacque tra età moderna e età contemporanea. Viene successivamente redatta la “Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del cittadino”, base per le successive carte costituzionali.

Si, tratta non certo d’un documento rivoluzionario, bensì di un atto che – dietro principi generici quali il diritto di pensiero, di libera religione e di espressione – difende gli interessi borghesi e liberali. In particolare valori come, tra gli altri:

  • la “proprietà” (che « è sacra », XVII ),
  • la “nazione” ( che rappresenta « il principio della sovranità », III ),
  • la “forza pubblica” necessaria per garantire, di fatto, il diritto di proprietà (XII).

[3] Treccani, vocabolo “Passione” (vedi definizione generale e 4d).

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