Bernays: la democrazia ci manipola con la propaganda

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Scrivendo “Propaganda” [1], Edward Louis Bernays esprimeva sin dall’allora, il 1928, due principi avanzatissimi:

  • la società democratica si basa sulla « manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse »;
  • « la propaganda è l’organo esecutivo del governo invisibile ».

In altre parole, « noi siamo governati da uomini di cui si ignora tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare ».

Secondo Bernays, in sostanza, nella società democratica esistono due realtà:

  • quella teorica;
  • quella effettiva, pratica.

Nella condizione teorica, « ogni cittadino può votare per chi vuole », « ciascuno ha le sue idee per quanto concerne la vita pubblica e privata ».

In pratica, invece,

  • « gli apparati dei partiti hanno ristretto la scelta a due, tre o al massimo quattro candidati »,
  • « accettiamo che i nostri dirigenti e gli organi di stampa da loro utilizzati, ci indichino le questioni considerate di interesse generale »,
  • « accettiamo che una guida morale, un pastore, uno studioso, o semplicemente l’opinione diffusa ci prescrivano un codice di comportamento sociale standardizzato al quale ci conformiamo per la maggior parte del tempo ».
Edward Barnays

Con la Propaganda, il popolo ha riconsegnato il potere ai sovrani

La verità è – scrive Bernays – che se il progresso e l’alfabetizzazione hanno « strappato il potere ai sovrani per consegnarlo al popolo », ben presto « la minoranza ha scoperto di poter influenzare la maggioranza in funzione dei suoi interessi ».

Se « coloro che governano … non possono più fare ciò che vogliono senza il consenso delle masse », essi hanno trovato nella propaganda uno strumento sempre più affidabile per ottenere il consenso.

Naturalmente la propaganda non è, di per sé, qualcosa di negativo.

Spiega Edward Louis Bernays, infatti: « Un’organizzazione sociale, religiosa o politica che professa certi valori e vuole farli conoscere, con la parola o lo scritto, fa della propaganda ».

« La propaganda diventa cattiva e da condannare quando i suoi autori si adoperano deliberatamente e con conoscenza di causa a

  • diffondere menzogne,
  • e produrre effetti negativi per il bene pubblico ».

Dirigenti invisibili controllano il destino di milioni di esseri umani

Bernays nella sua opera pone anche l’accento su « chi sono gli uomini, i quali, senza che noi ce ne accorgiamo, ci suggeriscono cosa pensare, ci dicono chi dobbiamo ammirare e chi disprezzare ».

« Se volessimo compilare l’elenco degli uomini e delle donne che per la loro posizione sociale devono essere considerati come opinion maker, avremmo una lunga lista … migliaia di persone », riconosce lo scrittore e studioso.

In realtà, chiarisce Bernays, ci sono « abili personaggi che agiscono dietro le quinte », che solo a volte mostrano manifestamente il loro potere. Anche lo stesso presidente degli Stati Uniti, per citare l’esempio più eclatante, sappiamo « in realtà che è stato scelto da una decina di signori riuniti in un piccolo comitato ».

Questi « dirigenti invisibili controllano il destino di milioni di esseri umani » tramite dei “consulenti in pubbliche relazioni” che:

  • analizzano gli obiettivi proposti,
  • studiano i gruppi che si vogliono raggiungere,
  • individuano i leader che possano facilitare il raggiungimento dell’obiettivo,
  • e, infine, individuano gli strumenti e le azioni per influenzare la massa.

In tutto questo, è evidente, risulta fondamentale conoscere ogni informazione a riguardo i singoli individui che formano la massa. Oggi tale studio è facilitato dai Social Media cui noi regaliamo ogni nostro dato.

Fonti e Note:

Credits: Photo by Rishabh Dharmani on Unsplash

[1] “Propaganda“, Edward Louis Bernays, pubblicato nel 1928, alla vigilia della grande crisi. Si tratta di un classico della comunicazione, nell’incipit sta tutta la straordinaria forza dei classici che è quella di sparare all’orologio del tempo: « La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica. Coloro che padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese ».

Edward Louis Bernays (1891-1995), figlio del fratello della moglie di Freud (Marta Bernays), e dunque nipote del fondatore della psicoanalisi, nasce a Vienna e viene unanimemente considerato, insieme a Ivy lee, colui che ha fondato negli Stati Uniti la “scienza delle pubbliche relazioni“.

4 risposte

  1. Ruggero ha detto:

    Sarebbe bene citare le fonti. Titolo dell’opera, anno di pubblicazione, Editore. Sarebbe anche bene inquadrare dal punto di vista storico i personaggi che si citano.
    E sarebbe anche bene firmare i propri articoli.
    Cos’è? Informazione o intrattenimento?

  2. Natale Salvo ha detto:

    Scusa, hai ragione. Davo per scontato che si conoscesse Edward Louis Bernays. Ho aggiunto una nota in calce all’articolo.

    [1] “Propaganda“, Edwar Louis Bernays, pubblicato nel 1928, alla vigilia della grande crisi. Si tratta di un classico della comunicazione, nell’incipit sta tutta la straordinaria forza dei classici che è quella di sparare all’orologio del tempo: « La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica. Coloro che padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese ».

    Edwar Louis Bernays (1891-1995), figlio del fratello della moglie di Freud (Marta Bernays), e dunque nipote del fondatore della psicoanalisi, nasce a Vienna e viene unanimemente considerato, insieme a Ivy lee, colui che ha fondato negli Stati Uniti la “scienza delle pubbliche relazioni“.

    L’autore dell’articolo.

  3. Natale Salvo ha detto:

    Scusa, hai ragione. Davo per scontato che si conoscesse Edward Louis Bernays. Ho aggiunto una nota in calce all’articolo.

    [1] “Propaganda“, Edwar Louis Bernays, pubblicato nel 1928, alla vigilia della grande crisi. Si tratta di un classico della comunicazione, nell’incipit sta tutta la straordinaria forza dei classici che è quella di sparare all’orologio del tempo: « La manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica. Coloro che padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese ».

    Edwar Louis Bernays (1891-1995), figlio del fratello della moglie di Freud (Marta Bernays), e dunque nipote del fondatore della psicoanalisi, nasce a Vienna e viene unanimemente considerato, insieme a Ivy lee, colui che ha fondato negli Stati Uniti la “scienza delle pubbliche relazioni“.

    L’autore dell’articolo.

  4. Giorgio Zintu ha detto:

    Solo per offrire uno spunto ulteriore sul tema, mi sono ricordato che Propaganda è citato nel noto saggio di Noam Chomsky pubblicato in Italia con il titolo Capire il potere e pubblicato da Marco Tropea editore.
    E’ interessante la riflessione di Chomsky a proposito di manipolazione delle opinioni delle masse : “…è compito delle “minoranze intelligenti” eseguire tale manipolazione degli atteggiamenti e delle opinioni delle masse. Ed è proprio questa la dottrina guida del moderno pensiero intellettuale liberaldemocratico: se non si ha più il potere di controllare il popolo con la forza , bisogna indottrinarlo meglio.”
    Per quanto questa sia una sintesi è vero anche che nella nota (41) a corredo del saggio, Chomsky riporta quanto segue ripreso da Propaganda: “Nella struttura attuale della società, questa pratica è inevitabile. Qualsiasi cosa di importanza sociale importanza sociale viene fatta oggi, sia in politica, finanza, produzione, agricoltura, carità, educazione o altri campi, deve essere fatto con l’aiuto della propaganda.
    La propaganda è il braccio esecutivo del governo invisibile.”

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