Presentazione de “il Cantiere”

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“Il Cantiere” con questo numero, il primo in formato cartaceo e con il direttore responsabile, inizia un nuovo percorso. Una strada difficile non esente da insuccesso.

Oggi, un comune cittadino più che ingegnarsi per trovare informazioni deve adoperarsi per sfrondare, nella babele dei media e dei social, il continuo bombardamento di notizie che lo circondano. Ed allora si potrebbe obiettare: perché una nuova rivista cartacea?

Una domanda non peregrina se è vero che la lettura di testi minimamente articolati sempre meno fa parte del bagaglio culturale e di curiosità dei giovani e non solo di loro. La realtà, però, difficilmente può essere raccontata e soprattutto compresa con il breve lasso di tempo di Tik Tok o di Instagram.

Chi, come noi, non si pone come semplice spettatore della realtà, ma si dà la prospettiva di una società comunista libertaria, basata cioè sul libero lavoro associato e sulla massima garanzia delle libertà individuali e collettive, ha la necessità di andare al di la degli effetti determinati dagli accadimenti sociali, cosa oramai ampiamente diffusa anche in ambiti cosiddetti progressisti, e scandagliarne invece le cause.

Questo approccio necessita, di analisi, di studio, di tempo ed anche di strumenti, come la carta stampata dove poter sedimentare questi approfondimenti. “Il Cantiere” in questo periodo storico in cui l’estremismo verbale la fa da padrone, dai talk-televisivi alla propaganda politica e spesso anche istituzionale, proverà a spiegare più che a gridare.

Ad avere un profilo editoriale che si richiami, più che alla denuncia, ad un lavoro di chiarificazione e di analisi che contribuisca a far ragionare. Il cambiamento non cammina su azioni emotive, richiede passione, studio e reale comprensione dei processi che determinano le scelte degli stati, dei popoli e delle singole persone.

Pur non volendo fare alcun accostamento tra noi e il grande rivoluzionario russo, vorremmo che si potesse dire per “il Cantiere”, ciò che il Kropotkin scriveva a proposito della Revolté ( il giornale da lui fondato in Svizzera): “La forma era moderata, ma la sostanza rivoluzionaria…”. [da Memorie di un rivoluzionario ed. Riuniti 1968 pag. 276].

Uno spazio significativo verrà dato alle lotte sia in ambito sindacale, sia sui terreni delle lotte sociali, ecologiste e di difesa dei diritti, dando il giusto valore anche a piccole conquiste parziali. Le rappresentazioni disperanti della società con il corollario del disprezzo delle masse, come sovente ci capita di leggere anche da parte di chi si richiama all’anarchia, non potranno trovare alcun accoglimento nelle nostre pagine.

Siamo convinti che sebbene oggi il movimento operaio e più in generale il movimento di emancipazione stia attraversando una lunga stagione di arretramenti, vi siano anche importanti segni di vitalità che debbono essere valorizzati. Dalla presa di coscienza della deriva ambientale fatta propria da ampi strati di gioventù che seppur confusamente ne vedono i nessi con lo sviluppo del capitalismo, alla nuova stagione di iniziativa femminista, alla resistenza operaia in contrasto con la ristrutturazione capitalista di cui la GKN rappresenta la punta più avanzata.

Questi sintomi devono essere analizzati, confrontati fra di loro studiandone i rapporti più profondi e raggruppati in modo da dimostrare all’animo dubbioso dei più come le idee più avanzate incontrino dovunque un favore invisibile e spesso incosciente. ….E’ la speranza, e non lo sconforto, che porta alla vittoria una rivoluzione”. Kropotkin [idem c.s.]

Un grazie al direttore responsabile, Mauro Faroldi, che ci permette l’avvio di questo percorso.

Seguendo questo collegamento accedi all’intero archivio PDF della rivista libertaria “Il Cantiere”, dal 2020 ad oggi.

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2 risposte

  1. Nicolo' Vignanello ha detto:

    Un dubbio: fra libertà individuale e necessità collettiva a cosa date la priorità?

  2. Sinistra Libertaria ha detto:

    Alexander Berkman: « l’anarchismo – va ricordato – non ammette altra forma di coazione sull’individuo che la coazione morale, cioè l’isolamento e il disprezzo per chi manca di solidarietà e per il vano impenitente ». ( cfr.: “I principi chiave del comunismo libertario“)

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