Lenin: il marxista lotta per la dittatura del proletariato

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« L’elemento essenziale della dottrina di Marx è la lotta di classe ». Questo è l’arcinoto punto centrale della dottrina marxista. Ma Lenin, primo soggetto a rendere prassi la teoria con la rivoluzione di ottobre 1917, nel suo “Stato e rivoluzione” tiene a sottolineare un aspetto determinante: « Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare ».

E’ questa, insomma, solo « una deformazione opportunistica del marxismo ».

« Marxista – spiega Lenin – è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotte delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato ».

« Da tutta la storia del socialismo e della lotta politica – prosegue il rivoluzionario russo – Marx trasse la conclusione che lo Stato è condannato a scomparire e che la forma transitoria dello Stato in via di sparizione (transizione dallo Stato al non-Stato) sarà “il proletariato organizzato come classe dominante” ». « Lo stato borghese, secondo Engels, non si “estingue”; esso viene “soppresso” dal proletariato nel corso della rivoluzione. Ciò che si estingue dopo questa rivoluzione, è lo stato proletario o semi-stato ».

E, attenzione: questo non-Stato « è centralista; […] il federalismo deriva dalle vedute piccolo-borghesi dell’anarchismo ».

Ma questa rivoluzione non sogna « di fare a meno, dall’oggi al domani, di ogni amministrazione, di ogni subordinazione ».

« Questi sono sogni anarchici, […] sogni che nulla hanno di comune con il marxismo e che di fatto servono unicamente a rinviare la rivoluzione socialista fino al giorno in cui gli uomini saranno cambiati », avverte Lenin.

Lenin illustra quindi il suo « fine immediato »: « No, noi vogliamo la rivoluzione socialista con gli uomini quali sono oggi, e che non potranno fare a meno né di subordinazione, né di controllo, né di “sorveglianti, né di contabili” ». Tuttavia, « tutti i funzionari dello Stato, [saranno] retribuiti con uno stipendio non superiore al “salario da operaio” », e resteranno « sotto il controllo e la direzione del proletariato armato ».

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Fonti e Note:

[1] Lenin, “Stato e Rivoluzione”, 1917.

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Una risposta

  1. Franco Consales ha detto:

    👏🏼👏🏼👏🏼
    Tema molto interessante. Continua così.

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