
Nuova assemblea online sul server Discord di Sinistra Libertaria. Stavolta con una partecipazione più ampia e articolata. Il tema scelto: un’analisi empirica dell’attuale società e una riflessione su come ognuno immagina la società ideale. L’obiettivo, non dichiarato ma evidente, era cominciare un confronto che potesse portare in futuro a delineare un progetto condiviso. O magari accettare l’idea di più società ideali, coesistenti, nelle quali ciascuno possa scegliere di vivere secondo i propri valori. Utopie? Forse. Ma anche esercizi politici di immaginazione concreta.
1. ANALISI DELL’ATTUALE SOCIETÀ
1.1 Disuguaglianza e finta democrazia
Il punto più ricorrente tra gli interventi riguarda la percezione di una democrazia formale ma non sostanziale. Alessandro (Padova) parla apertamente di “plutocrazia“, dove la concentrazione della ricchezza garantisce potere, influenza e capacità di ostruzionismo legale a pochi privilegiati. Questo è la conferma che esistono le classi sociali, aggiunge. Eduardo (Salerno) definisce l’attuale sistema come “liberale e falsamente democratico“, dove i principi costituzionali non sono rispettati e le risorse naturali sono utilizzate per creare ricchezza per pochi, generando povertà per molti. Anche le Regole internazionali non vengono rispettate mentre le Risoluzioni ONU rimangono sulla carta. Per Omar (Cosenza), il sistema è sempre più autoritario.
1.2 Scollamento tra cittadini e politica
Salvatore (Trapani) denuncia la manipolazione dei cittadini da parte del potere e la distanza, lo “scollamento”, tra chi governa e chi vive la quotidianità, con una democrazia che “declina” verso una farsa sempre più instabile. Eduardo (Salerno) condivide la valutazione della “scarsa partecipazione cittadini alla vita collettiva“. Marco (Matera) sostiene l’esistenza di istanze di comando esterne al rapporto contrattuale stato-cittadino. Omar (Cosenza) aggiunge: “Abbiamo libertà civili, ma non sociali, politiche ed economiche“. La legge sembra premiare i furbi, chi evade, chi sfrutta.
1.3 Ignoranza, individualismo e disgregazione sociale
Molti interventi sottolineano l’atomizzazione e la passività delle persone. Marco (Matera), con riferimenti a Max Weber e Foucault, analizza una società “evanescente”, cioè un’entità che sembra tutto tranne una società vera e propria e che è composta da individui docili e isolati, incapaci di costituire un vero corpo sociale. Sandro (Latina) evidenzia l’indifferenza, la mancanza di volontà di informarsi in maniera critica ed approfondita (“si crede in quel che dicono i social e la tivù”, spiega) e l’incapacità di coalizzarsi: “Non troviamo un punto in comune, e per interessi personali o mancanza di mezzi non riusciamo a supportarci”. D’altra canto, per Eduardo (Salerno), nella nostra società è ormai un Valore il profitto individuale e non quello collettivo.
1.4 Alienazione e senso di impotenza
Natale (Trapani) descrive una società ossessionata dal denaro e dal lavoro, dove le persone si identificano esclusivamente con la propria funzione economica. La gente, dice, è distratta, sfiduciata, depressa e stanca. “Lavora per vivere, ma spesso nemmeno quello basta.”
1.5 Cultura dominante e falsificazione della realtà
Marco (Lecce) parla di un futuro distopico già realizzato: oligarchie al potere, razzismo latente e valori invertiti “alla Orwell”. Una finta felicità, alimentata dai media, tiene la popolazione in uno stato di ignoranza funzionale. “Prima o poi il tappo esploderà”.

2. LA SOCIETÀ SOGNATA
2.1 Democrazia partecipata e orizzontale
Tutti convergono sulla necessità di un modello più partecipato, orizzontale, dove la democrazia non sia un atto formale ma una pratica quotidiana;
Ci si organizza in gruppi, si fanno assemblee, spiega Alessandro (Padova): “Servono dibattiti, far uscire le persone dalle gabbie”, precisa. Salvatore (Trapani) propone un “voto di programma“, in cui gli eletti siano vincolati a realizzare quanto deciso collettivamente. Eduardo rifiuta la “delega in bianco” e immagina un sistema dove i cittadini siano parte attiva e permanente delle scelte politiche.
2.2 Educazione, etica, empatia
Molti ritengono che la trasformazione debba partire dalla scuola. Sandro (Latina) sottolinea il bisogno di “una scuola che non indottrini, ma educhi alla curiosità, al confronto, all’empatia”. Anche Alessandro (Padova) insiste: serve un sistema formativo che insegni a vivere, non a obbedire. Sul tema scuola, Alessandro, è intervenuto spesso nelle passate assemblee sostenendo la trasformazione dell’attuale sistema scolastico autoritario in uno democratico.
2.3 Lavoro e tempo liberato
Tema chiave è il rapporto con il lavoro. Alessandro (Padova) denuncia: “Si lavora troppo, poi non hai energia per partecipare democrazia. Occorre combattere il precariato e la povertà. Non deve esistere il lavoro povero. Le diseguaglianza incattiviscono”. Lui immagina una società in cui si lavori meno (4 ore al giorno), con compiti scelti in base al piacere personale e più tempo dedicato all’ozio creativo e alla socialità. Natale (Trapani) auspica 15-20 ore settimanali di lavoro per avere più spazio per lo studio, la filosofia, la politica e le relazioni.
2.4 Società solidale e non competitiva
“Una società che pensa alla cura della collettività, non violenta, ragionevole e tollerante. Dove si costruisca il benessere comune e non si competa per il successo individuale”, questo il “sogno” di Natale (Trapani). “Fa ciò che vuoi, ma non fare del male al prossimo”, sintetizza Marco (Lecce), auspicando una “anarchia colta e consapevole” perché “non serve un governo”.
2.5 Nuove forme di organizzazione sociale
Molti auspicano il superamento del modello statale centralizzato. Ma anche il superamento dei partiti: “I partiti sono espressione di gruppi di potere o egemonia della persona, sono spesso culto della persona”, fa rlevare Eduardo (Salerno). Alessandro (Padova) sogna una società anarchica e autogestita. Marco (Matera) parla di democrazia assembleare, consigli di fabbrica, comitati di quartiere, recupero dei corpi intermedi. Della necessità di “democrazia diretta” parla Salvatore (Trapani). Una “Società libera” la auspica Eduardo (Salerno), cioè una società dove so è liberi dao condizionamenti, dal comando, dallo sfruttamento uomo su uomo. Eduardo (Salerno), in proposito, propone un modello dove le risorse siano a disposizione di tutti, senza discriminazioni.
Conclusione: una o tante società possibili?
Il dibattito ha dimostrato che il malessere è condiviso, così come il desiderio di cambiare. Ma ha anche mostrato la complessità di definire un modello unitario. Forse non esiste un’unica società ideale. Forse è proprio nel pluralismo delle visioni e nella possibilità di scegliere dove e come vivere che può nascere una nuova proposta di sinistra.
Come ha osservato uno dei partecipanti, “prima però serve un tessuto sociale, un humus per discutere“. E prima ancora serve una “serve coscienza di classe”, precisa Alessandro (Padova). E allora l’appuntamento è già fissato: una nuova assemblea, per continuare a confrontarsi e, chissà, disegnare insieme il futuro.