Assemblea comunista a Roma: unità possibile o utopia?

Roma – «Il cantiere per la costruzione del Partito Comunista si è ufficialmente aperto con l’assemblea nazionale tenuta a Roma, presso il Teatro Flavio». Così affermano gli organizzatori della manifestazione svoltasi lo scorso 25 gennaio, con un ottimismo che appare eccessivo, considerando che erano presenti solo i rappresentanti di quattro piccoli gruppi politici, nati in gran parte da scissioni del Partito Comunista (di Rizzo) o da fuoriusciti dal PCI (di Alboresi).
Cinque ore di discussioni e proclami
Il sito Futura Società, organo di stampa di una delle quattro componenti, ha sintetizzato le circa cinque ore di lavori. Su YouTube, tuttavia, è reperibile il video integrale dei lavori assembleari.
Dal documento apparso sul sito Futura Società [1], emerge che il segretario nazionale di Patria Socialista, Igor Camilli, ha «ribadito che il ruolo dei comunisti è riportare chi vive del proprio lavoro a sedere in parlamento, alla guida della democrazia italiana, per testimoniare che il potere spetta legittimamente soltanto al popolo». Ha poi aggiunto che si «dovrà promuovere la nascita di un Partito Comunista che stia alla testa delle proteste, delle occupazioni e delle manifestazioni dei lavoratori e dei cittadini bisognosi di giustizia sociale».
Michele Giambarba, responsabile nazionale di Costituente Comunista, ha invece sottolineato la necessità «di creare, nei tempi e nei modi che le condizioni storiche e politiche richiederanno, il vero Partito Comunista».
Fosco Giannini, coordinatore nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista (MPRC), ha esortato all’unità e, al tempo stesso, a «farla finita con le “monarchie comuniste”» oggi esistenti, per costruire invece «un partito comunista tanto democratico al suo interno quanto rivoluzionario».
Entrando nel merito dei lavori, Giannini ha denunciato che «la NATO è un esercito straniero di occupazione» e che «gli americani comprano l’industria italiana, la distruggono, licenziano gli operai e poi la svendono o la delocalizzano». Per questo, ha concluso, è necessario che «garriscono le bandiere rosse con la falce e il martello».
Nemici, complotti e rivoluzione
Alessandro Pascale ha poi lucidamente precisato: «Il nemico principale, incarnato dal “complesso industrial-militare degli USA”, è solo la punta visibile di un iceberg, i cui centri direzionali sono in mano a “poche centinaia di persone” riunite in “società segrete più o meno massoniche”». Secondo Pascale, queste élite avrebbero instaurato «un moderno regime totalitario fintamente liberale», controllando il finto bipolarismo tra destra e sinistra e imponendo direttive attraverso NATO e UE, da cui sarebbe necessario sganciarsi con un processo rivoluzionario.
Tra gli altri interventi, Salvatore Catello, responsabile nazionale di Resistenza Popolare, ha «presentato il documento politico prodotto da Prospettiva Unitaria» [lo puoi scaricare al link che precede]. In esso si ribadisce lo spirito della denuncia di Pascale, indicando che in Italia «2.300 persone detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria. Rintracciamo i loro nomi e disponiamo dell’élite che comanda il Paese. Quello è il primo nemico da combattere, sia in quanto oppressore di classe, sia in quanto collaborazionista dell’imperialismo occidentale».
Il documento esprime una chiara posizione filo-cinese: «Nella Terza guerra mondiale in atto non ci si può permettere posizioni di neutralità. O si sta dalla parte dell’imperialismo, o si sta dalla parte dell’Asse della Resistenza, al cui perno c’è la Cina stessa».
Si invita quindi a «unirsi nella lotta al regime borghese imperialista» e alla costruzione di «un partito comunista aperto e inclusivo, sorretto da una spina dorsale ideologica marxista, leninista, gramsciana e patriottica, in lotta per l’uscita dalla NATO e dall’UE, per la sovranità dello Stato e del popolo italiano». I riferimenti al “patriottismo” e al “sovranismo statale” sinceramente ci preoccupano.
Il documento, composto da 44 pagine e suddiviso in otto sezioni, si chiude con una dichiarazione perentoria: «Mai come in questa fase il contesto internazionale è favorevole alla ripresa, nei Paesi ad alto sviluppo capitalistico, della lotta comunista e rivoluzionaria». E ancora: «Una rivoluzione comunista è non solo attuale ma necessaria, perché il comunismo, oltre a garantire giustizia sociale, uguaglianza e libertà, è l’ingresso della razionalità nel mondo, permettendo a tutti un progresso materiale e culturale che ci viene precluso dal capitalismo».

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Fonti e Note:
[1] FUTURA SOCIETA’, 28 gennaio 2025, Luigi Basile, “E’ iniziato il cammino per l’unità dei comunisti e la costruzione del Partito”.
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Assemblea comunista a Roma: unità possibile o utopia? A domanda secca risposta secca: Utopia!
Ho cercato di leggere il vostro ” Chi siamo “. Vogliate scusarmi, è troppo anche per uno, come me, piuttosto navigato. C’ è troppo e quindi c’è nulla. E non mi riferisco al chi troppo vuole nulla stringe .Intanto non è criticabile perché è una scatola vuota , piena di nulla. Ricomporre la polvere di stelle non può essere un obbiettivo, ma un miracolo come la creazione. Vi manca l’ essenza. Vi manca il “Che Fare? Il Da dove cominciare .Facile profezia. Avete cominciato dalla fine. Un film avvolto al contrario. Non ho consigli se non quello di Studiare, studiare, studiare, studiare….
Il mondo è cambiato. Di più, il mondo sta cambiando ad ogni momento, se ” tutto scorre” vuol dire che tutti i giorni ci svegliamo in un mondo diverso. Nuove guerre, nuove ” paci “, nuove alleanze e solita guerra tra salario e profitto. Personaggi da palcoscenico dominano le cronache . È morto il liberalismo? viva l’ interventismo dello Stato. Lo Stato è il popolo, lo Stato siamo tutti noi, noi popolo. Lo Stato è il produttore ma anche il suo sfruttatore. Oggi è di moda il termine Nazione. Ma come i pesci hanno il mare come Nazione, l’ Uomo ha la Terra. La terra nasce senza confini che però esistono, a volte tracciati con un righello da potenti e potenze, a volte ( come in questo periodo ) tracciati con il sangue. Sempre e comunque tracciati con la concorrenza che è la guerra che usa il denaro come armi. Gli Stati Uniti declinano si aprono i confini per la ” saggia”economia cinese ( via della seta, brics , brics allargati e via contante), India con la via del cotone , e tutte le grandi o medio-piccole potenze al ballo mascherato delle celebrità. Palestina-Israele, Russia – Ucraina sono solo due delle attuali 56 guerre. Ed hanno fatto già più morti e invalidi della seconda guerra mondiale. I danni materiali non si contano. Ma ,sempre, dopo una guerra c’è una ricostruzione. Come sempre la pace dopo ogni guerra ha l’ oro in bocca, il profitto. Da questo punto di vista che non è quello moralistico piccolo borghese , non ci sono nazioni aggredite e nazioni cha ggrediscono. Alla fine tutti avranno il loro tornaconto. Aggrediti e aggressori. Chi sta con una delle due parti sta dalla parte del profitto imperialista. Comunque si schieri. I comunisti sono contro tutte le nazioni, sono contro il profitto imperialista. Ed è per questo che sono contro tutte le guerre. La soluzione ? Semplice e scientifica: Contro le guerre …Rivoluzione! Questo ci ha insegnato La Comune di Parigi . Questo ci ha insegnato il ’17 in Russia , la rivoluzione che ha fermato una guerra unilateralmente. Oggi si auto riesumano ideologie riformiste vecchie e stantie che parlano di unità. C’è solo una Unità realisticamente possibile : quella dei due miliardi di salariati contro una misera quantità di sfruttatori e contro i lacchè che li supportano. Lo strumento è sempre lo stesso: Lotta di Classe e Partito Rivoluzionario.