Il 5 maggio nasceva Karl Marx, un monumento ancora vivente

Cosa c’è più attuale di questo pensiero ? « Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo “pagamento in contanti”. La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte le attività che fino allora erano venerate e considerate con pio timore. Ha tramutato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l’uomo della scienza, in salariati ai suoi stipendi ».

Eppure lo dobbiamo ad un uomo morto il 5 maggio 1818, il filosofo tedesco Karl Marx.

Era proprio sul “Manifesto del Partito Comunista” che, assieme a Friedrich Engels, nel 1848, pubblicata il teoria delle classi, della divisione tra borghesi (capitalisti li chiameremmo oggi, ovvero coloro che non vivono di lavoro bensì di rendita) e proletari (i salariati, anche a prescindere il livello di reddito preciserei).

Come non leggere l’attualità in questa analisi che pur ha 172 anni ?

Globalizzazione conseguenza inarrestabile del Capitalismo

Il tema della globalizzazione del commercio delle merci e, contemporaneamente, della caduta delle sovranità nazionali :

« Il bisogno di uno smercio sempre più esteso per i suoi prodotti sospinge la borghesia a percorrere tutto il globo terrestre. Dappertutto deve annidarsi, dappertutto deve costruire le sue basi, dappertutto deve creare relazioni. Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato un’impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. Le antichissime industrie nazionali sono state distrutte, e ancora adesso vengono distrutte ogni giorno ».

« Le separazioni e gli antagonismi nazionali dei popoli vanno scomparendo sempre più già con lo sviluppo della borghesia, con la libertà di commercio, col mercato mondiale, con l’uniformità della produzione industriale e delle corrispondenti condizioni d’esistenza ».

Una globalizzazione inarrestabile, secondo Marx ed Engels :

« I bassi prezzi delle sue merci sono l’artiglieria pesante con la quale spiana tutte le muraglie cinesi, con la quale costringe alla capitolazione la più tenace xenofobia dei barbari ».

Il Capitalista (chi vive di rendita) vuole una Nazione Unica Universale

I fondatori del Partito Comunista vedevano già allora un futuro senza classe media, perché il destino del capitalismo è quello di accumulare ogni mezzo e risorsa ed impoverire gli altri :

« La borghesia elimina sempre più la dispersione dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Ha agglomerato la popolazione, ha centralizzato i mezzi di produzione, e ha concentrato in poche mani la proprietà ».

Un percorso che ha una pesante conseguenza sulla democrazia e sulla sovranità nazionale :

« Ne è stata conseguenza necessaria la centralizzazione politica. Province indipendenti, legate quasi solo da vincoli federali, con interessi, leggi, governi e dazi differenti, vennero strette in una sola nazione, sotto un solo governo, una sola legge, un solo interesse nazionale di classe, entro una sola barriera doganale ».

L’unione dei proletari (chi vive di lavoro) unica salvezza

Ma non erano, sono, tutte rose e fiori per i Borghesi (i Capitalisti), Marx ed Engels spiegano che :

« Nella stessa proporzione in cui si sviluppa la borghesia, cioè il capitale, si sviluppa il proletariato » (inteso oggi non solo negli operai ma nei salariati, in chi vive di solo stipendio, di lavoro).

Il lavoro precario, sottopagato, non tutelato si diffonde sempre più, inarrestabilmente. Ed è chiaro il perché :

« Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e sono quindi esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato ».

Lo sviluppo tecnologico non può che aggravare la prospettiva futura, scrivevano i comunisti già nel 1848 :

« Con l’estendersi dell’uso delle macchine e con la divisione del lavoro, il lavoro dei proletari ha perduto ogni carattere indipendente e con ciò ogni attrattiva per l’operaio. Egli diviene un semplice accessorio della macchina, al quale si richiede soltanto un’operazione manuale semplicissima, estremamente monotona e facilissima da imparare. Il lavoro salariato poggia esclusivamente sulla concorrenza degli operai tra di loro ».

Siamo senza speranze, allora ?

No, esiste.

La soluzione è illustrata sempre nel “Manifesto del Partito Comunista” :

  • Sicuramente occorre avere coscienza che è necessario unirsi : « formazione del proletariato in classe », facendo « valere gli interessi comuni, indipendenti dalla nazionalità »,
  • Combattere il proprio nemico, il capitalista : « abbattimento del dominio della borghesia » facendo attenzione che « il comunismo non è l’abolizione della proprietà in generale, bensì l’abolizione della proprietà borghese »,
  • Fino alla « conquista del potere politico da parte del proletariato ».

172 anni e non li dimostra.

Perché queste brillanti analisi di Marx sono oscurate nel nostro mondo ?

Credits : Photo Johann H. Addicks / addicks@gmx.net – //commons.wikimedia.org/wiki/File:Marx_Engels_Denkmal_Berlin.jpg

Una risposta

  1. marco1964 ha detto:

    Marx rimane sicuramente attuale.
    Chi ha capito Marx, e direi che i cinesi sono quelli che meglio di tutti lo hanno compreso, comprende che
    Il modo di produzione capitalista converge al peggior comunismo possibile.

    Quest’ultimo inteso come standardizzazione e omologazione della Merce-Uomo.

    Sempre Marx Libro I in una nota cita, le parole di un parlamentare inglese, Stapleton, nella II^ metà dell’800.
    Recita approssimativamente:
    “nel momento in cui la Cina dovesse diventare ua grande potenza industriale, non vedo come le retribuzioni occidentali non possano non allinearsi a quelle cinesi”.
    Ci stiamo arrivando.

    Anche sulla evoluzione del danaro Marx ha anticipato molto, ma lasciamo perdere… Goyim e Ciandala non hanno ancora orecchie e occhi per intendere.

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