Il “popolo delle scimmie” scende in piazza

« I cittadini e le attività commerciali della Valle dello Jato si sono uniti per dare un messaggio alle Istituzioni attraverso una marcia contro il carovita che sta portando allo stremo numerose famiglie ».

« Circa 30 categorie commerciali hanno, inoltre, aderito a uno sciopero abbassando le saracinesche delle loro attività per l’intera giornata di oggi come protesta ai palliativi fin qui posti in essere dai governi contro la crisi energetica e alimentare » [1].

Questa una delle tante manifestazioni cittadine, “autoconvocate”, promosse da organizzazioni sindacali padronali (CNA, etc) oppure da partiti di estrema destra o di sinistra allo scopo di “agitare” la popolazione e, in particolare, la piccola borghesia.

Come valutare tali manifestazioni?

Gramsci: la piccola borghesia è un “popolo delle scimmie”

« La piccola borghesia [che] perde ogni importanza e scade da ogni funzione vitale nel campo della produzione, con lo sviluppo della grande industria e del capitale finanziario … cerca in ogni modo di conservare una posizione di iniziativa storica: essa scimmieggia la classe operaia, scende in piazza », così commenterebbe oggi Antonio Gramsci [2] .

« Questa nuova tattica si attua nei modi e nelle forme consentiti ad una classe di chiacchieroni, di scettici, di corrotti. La piccola borghesia, che si era asservita al potere governativo […] diventa antiparlamentare, [ma] senza alcun fine preciso », rileverebbe Gramsci certamente.

Manifestazione S. Cipirrello (PA), Photo: pagina Facebook Trinacia

Gramsci condanna i “capricci isterici” della piccola borghesia

Infatti, « corrotto fino alle midolla, asservito completamente al potere governativo, il Parlamento perde ogni prestigio presso le masse popolari ».

Ne consegue che « le masse popolari si persuadono che l’unico strumento di controllo e di opposizione agli arbitri del potere amministrativo è l’azione diretta, è la pressione dall’esterno ».

Gramsci da questa affermazione sembra già anticipare la deriva autoritaria del Paese che si palesò da lì a poco.

Riprendendo la sua dissertazione del 1921, Antonio Gramsci così commenterebbe le manifestazioni di oggi: si tratta di semplici « capricci isterici del “popolo delle scimmie”, della piccola borghesia ».

D’altro canto, spiegava nel suo articolo, qui citato, Gramsci: « la piccola borghesia, … serva del capitalismo … ha anche dimostrato di essere fondamentalmente incapace a svolgere un qualsiasi compito storico: il popolo delle scimmie riempie la cronaca, non crea storia, lascia traccia nel giornale, non offre materiali per scrivere libri ».

In conclusione: se “la piazza” non è capace di chiedere un “cambio di sistema”, se assolutamente non comprende che il suo “nemico” sono l’economia di mercato, le privatizzazioni delle aziende pubbliche (Eni ed Enel in testa) e non il “carovita” – che è il semplice risultato delle politiche finanziarie del Grane Capitale -, queste lotte appaiono semplicemente reazionarie e pericolose.

Fonti e Note:

[1] Facebook, Trinacria.

[2] Marxists, “L’ordine nuovo“, 12 giugno 1921, Antonio Gramsci, “Il popolo delle scimmie”.

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