Berkman: per abolire la criminalità, abolire il governo

Alexander_Berkman

« Per prevenire il crimine e punire i criminali – scrive l’anarchico russo Alexader Berkman ne “L’ABC dell’anarco-comunista” – siete ancora voi [con le vostre tasse, NdR] che dovete sostenere la polizia, gli investigatori, le forze di Stato, i giudici, gli avvocati, le carceri, i guardiani ».

Berkman ricorda che il funzionamento di questo sistema repressivo è « insensato e poco pratico », ma anche « stupido e inefficiente » e ci spiega, soprattutto, il perché.

« Le legislature approvano le leggi, i giudici le interpretano, i vari funzionari le eseguono, la polizia rintraccia e arresta il criminale e infine il direttore della prigione lo mette in custodia ». In altre parole, « numerose persone e istituzioni si danno da fare per impedire al disoccupato di rubare e lo puniscono se ci prova ».

« Poi – prosegue Berkman – [ al criminale] gli vengono forniti i mezzi di sussistenza, la cui mancanza lo aveva indotto in primo luogo a infrangere la legge ». Finché, « dopo un periodo più o meno lungo viene liberato ». Ma « se non riesce a trovare lavoro, ricomincia da capo lo stesso ciclo di furti, arresti, processi e incarcerazione ».

“Ma sicurezza e ordine pubblico”, obietterai, “potremmo averli senza legge e senza governo? Chi ci proteggerà dal criminale?”

« La verità è che quello che viene chiamato “legge e ordine” è in realtà il peggior disordine – sostiene Berkman -. Quel poco di ordine e di pace che abbiamo è dovuto al buon senso comune e agli sforzi congiunti delle persone, soprattutto a dispetto del governo ». « Ma – chiedi – chi ci proteggerà dalla criminalità e dai criminali? » [se non il governo, NdR].

Berkman, nel suo saggio, prova a invertire la domanda: « Piuttosto chiediti se il governo ci protegge davvero da loro. Non è forse il governo stesso a creare e sostenere le condizioni che favoriscono il crimine? L’invasione e la violenza su cui poggiano tutti i governi non coltivano lo spirito di intolleranza e persecuzione, di odio e di ulteriore violenza? La criminalità non aumenta con la crescita della povertà e dell’ingiustizia promossa dal governo? ». In definitiva, « la criminalità è il risultato delle condizioni economiche, della disuguaglianza sociale, dei torti e dei mali di cui il governo e il monopolio sono i genitori ».

Peraltro, « il governo e la legge possono solo punire il criminale. Non curano né prevengono il crimine ». Il carcere è solo una forma di vendetta di stato. L’azione giusta sarebbe un’altra: « l’unica vera cura per il crimine è abolirne le cause, […] eliminando le condizioni che lo creano »: proprio quell’intolleranza, ingiustizia, e povertà che crea il governo.

Quindi, prima di tutto, serve abolire il governo.

In tal caso, « i crimini derivanti dal governo, dalla sua oppressione e ingiustizia, dalla disuguaglianza e dalla povertà, scompariranno sotto l’anarchia. Questi costituiscono di gran lunga la percentuale più elevata di criminalità ». Certo, ammette Berkman, « alcuni altri crimini persisteranno per qualche tempo, come quelli derivanti dalla gelosia, dalla passione e dallo spirito di coercizione e di violenza che domina il mondo oggi. Ma anche questi, figli dell’autorità e del possesso, scompariranno gradualmente in condizioni sane con la scomparsa dell’atmosfera che li ha coltivati ».

L’anarchico russo così conclude la propria riflessione sul tema: « L’anarchia quindi non genererà il crimine né offrirà alcun terreno per il suo prosperare. Occasionali atti antisociali saranno considerati come residui di precedenti condizioni e atteggiamenti patologici e saranno trattati come uno stato mentale malsano piuttosto che come un crimine ».

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Fonti e Note:

[1] Alexander Berkman, 1929, “Is Anarchy Possible?”; cap. XXI di “L’abc dell’anarco-comunista”.

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