
Piuttosto che di bollette energetiche care, di interventi “una tantum” per contenerle, occorre seriamente parlare di lotta contro la povertà esistente e di quella incombente e dell’unica strada reale per contrastare la povertà rappresentata dall’istituzione del Reddito di Base.
Per povertà, per essere chiari, non s’intende la semplice “miseria”, quella condizione più estrema, ma la « impossibilità di condurre un’esistenza simile a quella della maggioranza dei membri della società cui si appartiene » [1].
La politica deve parlare di povertà sia per il « progressivo allargarsi, in Italia, ma anche nel Mondo, di questa forbice, della differenza di condizione di vita tra la popolazione ricca e quella povera » che per la diffusione di « macchine, robot o programmi informatici che sempre più limitareranno l’esigenza di personale », come denuncio nel mio scritto “La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base“.
« Il reddito di base è sufficiente a garantire solo i bisogni più elementari. Ma ogni essere umano tende ad una propria realizzazione, che può essere raggiunta anche con un lavoro ».
Quindi il Reddito di Base non disincentiva al lavoro!
Soprattutto, occorre parlare di Reddito di Base perché questo « è contrario alla legge del più forte ».
« Si tratta solo di cambiare un paradigma: dal lavorare per necessità al lavorare per piacere. L’impiego, cioè, dovrà divenire più allettante intervenendo su quei contesti ambientali di lavoro che oggi lasciano insoddisfatti (retribuzione, relazioni interpersonali con pari e superiori, locali insalubri, carenze nella sicurezza, procedure dell’impresa) », spiego nel mio saggio.
Il Reddito di Base va accompagnato a riduzione orario e salario minimo
Nell’opera, pubblicata da Multimage (2019), preciso che « si dovrà necessariamente intervenire sull’orario di lavoro. Le ventiquattro ore lavorative settimanali potrebbero rappresentare un punto di equilibrio tra la citata proposta di Keynes delle 15 ore e quella comunista [ nel 2018 proposero le 32 ore, NdR] ».
E, ancora, che sarà necessaria « la contemporanea adozione di un salario minimo nazionale, poi, oltre che allinearci ai restanti ventidue Stati europei dove questo è già una realtà, comporterebbe l’elevazione della paga oraria in maniera sufficiente da rendere sempre attraente l’impiego » [2].
Il Reddito di Base costa 250 miliardi: serve manovra ciclopica!
Quanto costa il Reddito di Base? « Se prendiamo a base un importo unico nazionale pari a 600 euro al mese per ogni adulto non pensionato (vedi proposta De Petris), e di 200-300 euro per i minori, risulterebbe un fabbisogno di circa 250 miliardi annui – preciso nel saggio -. Una cifra enorme se solo si considera che la voce entrate dell’intero bilancio dello Stato italiano ammonta a 516,7 miliardi di euro » [3].
« In questo studio, però – spiego – , abbiamo dimostrato che il pur enorme costo del reddito di base (circa 250 miliardi, come abbiamo calcolato), è auto finanziabile tramite
- il contemporaneo riordino di alcune voci dell’attuale bilancio dello Stato (bonus fiscale, finanziamenti all’assistenza e per il lavoro),
- la soppressione dei trattamenti fiscali sostitutivi e delle detrazioni fiscali,
- l’eliminazione delle varie agevolazioni erariali settoriali,
- l’aumento delle tasse patrimoniali già esistenti (sul risparmio e sulle successioni),
- e, eventualmente, una rideterminazione più progressiva delle aliquote dell’imposta sul reddito » [4].
D’altro canto, « è necessaria una redistribuzione delle ricchezze dagli smisuratamente ricchi verso i più poveri, in maniera tale da diminuire le eccessive disuguaglianze oggi esistenti ».
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Fonti e Note:
[1] RedditodiBase.org, “Introduzione al Reddito di Base”.
[2] RedditodiBase.org, “Le presunte controindicazioni al Reddito di Base”.
[3] RedditodiBase.org, “Come si può finanziare il Reddito di Base”.
[4] RedditodiBase.org, “Proposte e conclusioni”.
In sintesi; il lavoro deve essere un piacere e se non piace lavorare mi dai 600 euro al mese per vivere in modo dignitoso!!! E’ così?
Ci andrei cauto sulle cifre. Aggiungo che bisogna ragionare in termini differenti dal tradizionale per non incappare nella logica riformista (che certo questa testata non segue): in sistema non si cambia, si abbatte!
Sulle cifre, il conto è prettamente matematico. Ci vogliono 250 miliardi circa per un Reddito di Base Universale e Individuale.
Sul come reperirli, ho esaminato il bilancio dello stato. Si trovano “stravolgendolo” un tantino.