Carceri: il Garante chiede soluzioni per i detenuti

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La denuncia è tanto forte che inascoltata: « che il carcere non sia un tema da campagna elettorale non è certo una novità. Ma in questa campagna elettorale 2022, nonostante i dati gravi sui suicidi – 57 nei primi otto mesi dell’anno, a cui si aggiungono 19 decessi “per cause da accertare” –, il silenzio su questo mondo è pressoché assoluto ».

Il Garante Nazionale Privati Libertà, tuttavia, chiede di rompere il muro ideologico, « tra chi è letto come ansioso di portare tutti fuori e chi è visto come desideroso di buttare via la chiave per sempre. Una bandiera da sventolare in nome della “durezza” o della “compassione” ».

Chiede, invece, di ragionare « in termini di utilità e funzionalità, nel quadro delineato dalla nostra Costituzione ».

Garante detenuti: i Comuni realizzino strutture di accoglienza

Ecco che quindi, in termini di “buon senso” come direbbe un noto fautore della “durezza” del trattamento del tema carceri, il Garante Nazionale Privati Libertà chiede « un impegno dei Comuni e dei territori ad istituire delle strutture di controllo e di accoglienza », dove consentire ai condannati “senza fissa dimora” poter scontare le “pene alternative” quale la detenzione domiciliare, ad esempio.

Spiega, infatti, come « sono in carcere 1.301 persone che hanno avuto una pena inferiore a un anno mentre altre 2.567 hanno una condanna compresa tra uno e due anni: quasi 4 mila persone ». Si tratta di soggetti “senza fissa dimora”. Per loro, assicura il Garante, « il carcere non può far nulla: è troppo poco tempo per poter costruire un reale percorso di conoscenza e di riabilitazione, ma è abbastanza per cucire addosso alla persona detenuta uno stigma che ne pregiudica spesso un effettivo reinserimento sociale ».

Garante detenuti: le regioni finanzino più corsi di formazione

Ancora, chiede il Garante, un maggiore impegno per la formazione dei detenuti. « La cultura e la formazione svolgono all’interno delle carceri un ruolo centrale nel favorire il percorso di responsabilizzazione e reinserimento delle persone detenute ».

In proposito il Garante snocciola i numeri: « nell’anno scolastico 2021-2022 erano 3006 le persone detenute – italiane e non – iscritte a un corso di alfabetizzazione e 3.385 al primo livello di scolarità. Sono 476 le persone che si sono diplomate in carcere nel 2021. Numeri importanti, ma ancora inadeguati rispetto al bisogno che dal carcere ».

Garante detenuti: meno poliziotti e più assistenti sociali

Infine, il Garante Nazionale Privati Libertà chiede che all’interno delle carceri ci siano « più figure di tipo educativo, di supporto psicologico, di mediazione culturale, di supporto sociale » e meno agenti di polizia impegnati nella “sorveglianza”, figure inadeguate ai compiti di recupero e reinserimento dei soggetti detenuti.

Fonti e Note:

[1] Garante Nazionale Privati Libertà, “Il carcere è il grande assente della campagna elettorale. L’appello del Garante nazionale”.

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