Consumo di suolo: ridurre le aree edificabili

«8 metri quadri al secondo, salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento». E’ il titolo di un piccolo saggio scritto da Domenico Finiguerra e pubblicato ad aprile del 2014. Ma è anche «la misurazione sintetizzata in un recente rapporto dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) … della quantità di terra che ogni anno consumiamo in Italia».

In altre parole, si tratta di «252 Kmq, un quadratone da 15,8 ogni lato».

Un vera idiozia.

Tutti dovrebbero sapere, infatti, come «Il suolo non cementificato e permeabile svolge un ulteriore compito fondamentale di cui troppo spesso ci ricordiamo solo a disastri avvenuti: la riduzione dei rischi dovuti al dissesto idrogeologico. La terra libera svolge una funzione di regolazione idrica e di assorbimento dell’acqua piovana e di conseguenza contribuisce ad assicurare sicurezza idrogeologica».

Ma, forse, si fa finta di non sapere.

In 40 anni, l’edilizia ha ridotto la superficie agricola del 28%

Perché vi è – scrive Finiguerra nella sua opera – una evidente «tendenza a edificare che ha permeato la cultura degli italiani, a causa dell’attitudine della politica a vedere nell’edilizia l’unico modo per mettersi in movimento».

Ed infatti «la superficie agricola utilizzata, negli ultimi 40 anni, è scesa del 28%» e «a fronte di una media dei paesi UE del 4,3%, in Italia abbiamo un suolo impermeabilizzato per il 7,5%».

Il caso Trapani: il sindaco di destra che vuole il “rilancio” dell’edilizia

A Trapani, si torna a parlare, ne parla il sindaco Vito Damiano, a ciò anche sollecitato dal Consiglio comunale, di rimettere mano al Piano Regolatore Generale: «Va considerata la necessità di una funzionale, efficace e rapida revisione del P.R.G. in grado di rilanciare lo sviluppo urbanistico e gli interventi di recupero edilizio che negli ultimi tempi hanno oltremodo rallentato il rilancio del settore, attuando tutte le iniziative capaci di attrarre capitali ed investimenti», dichiara il primo cittadino, per come riporta il quotidiano online SocialTP.

Come volevasi dimostrare.

Il caso Trapani: 12.000 unità immobiliari non abitate!

Eppure, ad una recente richiesta di accesso alle informazioni del Comune, esperita dal “Forum Salviamo il Paesaggio”, la dottoressa Donatella Catania del Comune di Trapani ha risposto che nell’ultimo decennio 2001-2011 gli abitanti registrati all’anagrafe sono scesi da 71.666 a 70.353 (divisi in 29.754 nuclei familiari), ovvero di quasi il 2 per cento; che le unità immobiliari abitative presenti nel territorio comunale sono – secondo il catasto – 40.179 (di cui 27.322 occupate, 4.457 non occupate, 8.400 utilizzate in uso transitorio o turistico).

Qui, di seguito, la risposta completa del Comune: Indagine Forum Salviamo il Paesaggio

E’ evidente che il numero di immobili, a Trapani, è sovradimensionato rispetto alle necessità del territorio. E chi ha una casa da vendere o affittare lo sa perfettamente quanto pena per trovare, ed a che prezzo, un acquirente o un conduttore.

Senza calcolare che nel vigente Piano Regolatore Generale esiste la possibilità di destinare ancora ulteriori 500 mila metri quadri alla costruzione.

E’ evidente che, un’Amministrazione che operasse secondo logica dovrebbe semplicemente avviare un percorso inverso a quello annunciato: ridurre i terreni con diritto edificatorio.

Altrove, questo processo è già iniziato, un esempio su tutti a Rivalta di Torino, come ricorda un “post” del “Forum Salviamo il Paesaggio”.

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