Cineforum: La classe operaia va in paradiso

“La classe lavoratrice va in paradiso” (1971) diretto da Elio Petri e da lui scritto assieme a Ugo Pirro, con un grande Gian Maria Volontè, è un film attualissimo che, coi compagni e simpatizzanti, abbiamo visto al nostro appuntamento-cineforum di ieri.

Dentro c’è tutto. I padroni cinici che devono massificare la produzione ad ogni costo, gli operai che cercano guadagni col lavoro straordinario (a cottimo) per garantirsi il loro pezzetto di consumismo, i sindacati concertativi che cantano per vittorie i cedimenti sulle condizioni dei lavoratori, gli studenti comunisti rivoluzionari fermi agli slogan, la polizia che si schiera da parte della proprietà e picchia i lavoratori, ma anche le famiglie spezzate e fluide ( siamo all’indomani della legge sul divorzio entrata in vigore il 1° dicembre 1970 ). C’è il manicomio dove vengono “rottamati” i lavoratori alienati e perfino una piccola, oltremodo ridicola, scena di sesso consumata dentro una scomodissima auto, al termine della quale la giovane donna alla prima esperienza domanda: “è questo l’amore?”.

Una delle scene più drammatiche del film, a mio parere, è quella dove l’operaio protagonista ammette di non sapere in quale macchina andrà a finire il pezzo che realizza e lo scopo di quella macchina. Un’altra, fondamentaale, è quella del discorso del lavoratore (Gian Maria Volontè) fatto in Assemblea dopo un grave infortunio.

La pellicola finisce, com’è naturale e corretto che sia per un film realista, senza offrirci un finale lieto e né una soluzione: dopo tutta una serie di eventi, la vita, la non-vita dei lavoratori, riprende alienante come prima anzi peggio di prima ( dalla produzione del pezzo finito si decade alla catena di montaggio ).

Il dibattito successivo al film non è parso neanch’esso centrarsi sulla soluzione collettiva al problema all’alienazione. Indubbiamente ha rilevato lo sfruttamento dei lavoratori, la trasparente manipolazione dei media e della propaganda, ma ha individuato solo soluzioni individuali (spegnimento televisione) o di “annebbiamento” del problema (cedere all’alcol o agli altri strumenti di offuscamento della mente quale la droga).

Unisciti alla conversazione …

Un post è solo l’inizio di una conversazione! Partecipa attivamente con un tuo commento nell’area più giù e costruiamo insieme nuove idee e questa Comunità.

Chi volesse rivedere il film intero, può facilmente fruire del link a Youtube:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *