Abolire il carcere: è incostituzionale!

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« Il carcere è un’istituzione insostenibile sotto il profilo giuridico e politico, sociale e finanche finanziario. Il sistema penitenziario costituisca una formidabile macchina di produzione e riproduzione all’infinito di crimini e criminali. La ricetta di rendere sociale il soggetto antisociale inserendolo in contesti asociali è efficace quanto quella di insegnare a nuotare fuori dall’acqua ».

Ed ancora: « c’è poco da dire, il carcere non costituisce un efficace strumento di punizione, dal momento che quanti vi si trovano reclusi sono destinati in una percentuale elevatissima, più del 68 per cento, a commettere nuovi delitti. Non produce, dunque, l’effetto di ridurre il tasso generale di criminalità, ma consegue il risultato opposto: innalzarlo ulteriormente, affinando le capacità delinquenziali dei detenuti ».

Come si suol dire: è l’università dei criminali!

Per abolire il carcere, mettere fine all’abuso del diritto penale

A questo punto le soluzioni restano due: o si abolisce il carcere, così com’è, strumento inefficace, oppure, tanto vale « In caso contrario non c’è dubbio che è la violenza istituzionale, fino all’esecuzione capitale, la forma di sanzione più equa! ».

E’ sufficiente leggere questo paradosso dal libro “Abolire il carcere” [1] per comprendere che l’unica ricetta giusta per combattere la criminalità è proprio quella che s’intestano gli autori.

« Il pesce puzza dalla testa, e se non si mette fine all’abuso del diritto penale non si riuscirà mai a ridurre e tanto meno ad abolire il carcere. Chi ha provato a contarle parla di circa 35.000 fattispecie penali previste dal nostro ordinamento! », denunciano Luigi Manconi & co.

Da questo ragionamento gli autori illustrano tutta una serie di misure, una decina in particolare, che facciano sì che la misura della detenzione in carcere resti solo come estrema ratio.

Carcere: dove intervenire per iniziare ad abolire il carcere

  • Abolire subito, ad esempio, il carcere per le detenute madri di bambini sotto i dieci anni e che quindi vivono ristrette in cella assieme ai propri figli innocenti. « Si tratta, del resto, di un problema che non impone chissà quali investimenti o difficoltà, se si considera che al 31 ottobre 2021, al seguito delle loro (19) madri in carcere vi erano solo 22 bambini », spiegano.
  • Abolire quindi il carcere per i minori: « il 15 gennaio 2022 su 316 detenuti in IPM, i minori erano solo 131 ».
  • Rendere residuali le casistiche che prevedono la custodia cautelare in carcere dei soggetti non condannati definitivamente: « un terzo dei detenuti nelle nostre carceri è in attesa di giudizio ». In tal caso, per molti casi « andrebbe introdotto l’istituto della “prestazione di cauzione”, che consiste nel deposito di una somma di denaro commisurata alle condizioni economiche dell’imputato e alla gravità del fatto ».
  • « Sarebbe opportuno istituire luoghi di “dimora sociale” modellati sulle caratteristiche dell’abitazione, presso cui eseguire la detenzione domiciliare nei confronti di quanti non dispongano di un proprio domicilio ».
  • Più in generale, « si deve poi procedere a un’altrettanto ampia decarcerizzazione nel codice e nella legislazione penale speciale, limitando le sanzioni detentive ai soli delitti più gravi, che ledano valori rilevanti per la società ed esprimano particolare pericolosità sociale ».
  • Non affollare le già sovraffollate carceri, « nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti, dovrebbero infine essere introdotti il “numero chiuso” e le “liste d’attesa”, codificando un’ulteriore ipotesi di rinvio facoltativo dell’esecuzione della pena quando essa debba svolgersi in condizioni contrarie al senso di umanità ».
  • Infine, atteso che « la “certezza della pena” non è la “certezza del carcere” », vanno individuate « pene non detentive, fondate non sull’espulsione del condannato dal contesto sociale, ma sul suo allontanamento dalle attività correlate al reato ( come per le sanzioni interdittive ) o anche attraverso condotte riparatorie ( per la collettività o la sola vittima ) ».

Se il carcere è incapace di recuperare il “criminale” è incostituzionale, se è incostituzionale va abolito.

Fonti e Note:

[1] “Abolire il carcere” di Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderone, Federica Resta (maggio 2022).

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